Attualità

03
2025

Ance e Coldiretti Imperia lanciano un appello alla politica per contrastare la siccità

di Paolo Ragazzo · N.03 - 2025
Il lago di Tenarda in secca in val Nervia

U n’emergenza, tanto grave ed evidente da rendere non più rinviabile la ricerca di una possibile soluzione. È la crisi idrica che anche questa estate ha colpito duramente il Nord-Ovest italiano e il Ponente ligure, in particolare. Una situazione che allarma ma non coglie certo di sorpresa Ance Imperia che, anzi, da anni sollecita un intervento serio su questo tema, auspicando la realizzazione di piccoli invasi da poter mettere al servizio del territorio durante i periodi di maggior siccità.


L’appello congiunto di edili e agricoltori
Nelle ultime settimane proprio gli imprenditori edili sono tornati a far sentire la loro voce, facendo fronte comune con la Coldiretti provinciale, organizzazione di categoria che rappresenta le imprese agricole, molto esposte per loro natura agli effetti negativi della mancanza d’acqua per irrigare le coltivazioni.
Di qui l’appello congiunto alle istituzioni locali e regionali affinché si passi “dalle parole ai fatti” e si avvii al più presto all’individuazione del sito dove realizzare il primo bacino a uso plurimo e si faccia partire subito la sua progettazione. Una proposta che non nasce dal nulla, ma si inserisce in un percorso già avviato, con studi, ricerche e progetti che testimoniano un impegno costante e concreto.



Non c’è più tempo da perdere, bisogna individuare gli interventi, trovare le risorse e concretizzarli, sperando di non arrivare troppo in ritardo
Ance: “Non c’è più tempo da perdere”

“L’acqua oggi è il nostro oro blu e tutti insieme dobbiamo fare la nostra parte per preservare ed evitare la dispersione di questo bene così prezioso – ha commentato il presidente di Ance Imperia, Enio Marino -. Già nella scorsa primavera come associazione avevamo commissionato all’Università di Genova uno studio di fattibilità su invasi superficiali ad utilizzi plurimi. I cui risultati sono stati presentati nei mesi scorsi in un convegno organizzato insieme all’Ato Idrico Ovest e altri partner. Nel corso dell’incontro con la Coldiretti di Imperia che abbiamo avuto lo scorso 5 agosto, è emerso come siamo sulla stessa lunghezza d’onda, così abbiamo deciso di fare quadrato e prendere posizione sull’argomento, anche considerato che buona parte dei finanziamenti pubblici per la realizzazione di simili opere valorizzano in primo luogo la loro finalità agricola. Ora non c’è più tempo da perdere, bisogna individuare gli interventi, trovare le risorse e concretizzarli, sperando di non arrivare troppo in ritardo rispetto al progredire del problema”.

Coldiretti: “Servono mini-invasi, Ance partner strategico”

“In provincia di Imperia mancano mini-invasi ma anche reti irrigue - continua Gianluca Boeri, presidente Coldiretti Imperia -, ad esempio i Comuni potrebbero riutilizzare le acque dei depuratori anche solo per irrigare il verde pubblico anziché buttarle a mare. In Ance abbiamo trovato un partner strategico per sollecitare il mondo politico a investire sul riutilizzo dell’acqua, visto che abbiamo perso i finanziamenti del Pnrr per le infrastrutture idriche e rischiamo di non utilizzare neppure i fondi del Piano di Coesione. Dobbiamo mettere in campo un progetto, individuare l’ente giuridico, ad esempio nello Spezzino opera il consorzio di Bonifica del Canale Lunense, attuatore e poi gestore, nella consapevolezza che i benefici non sono solo per l’agricoltura ma per l’intera collettività e che ci vorranno anni prima che si concretizzi. Nel frattempo, bisogna mettere mano alla manutenzione delle reti esistenti, visto che abbiamo una perdita media del 40% e che dipendiamo quasi esclusivamente dalle fonti del torrente Roja”.

Nel frattempo, bisogna mettere mano alla manutenzione delle reti esistenti, visto che abbiamo una perdita media del 40% e che dipendiamo quasi esclusivamente dalle fonti del torrente Roja

Fattibili almeno 7 mini-bacini
A dimostrazione di quanto Ance Imperia abbia da tempo a cuore la questione, in totale sintonia con quanto ribadito dall’associazione a livello nazionale in merito alla tutela delle risorse idriche, al rafforzamento delle infrastrutture per l’acqua, al dissesto idrogeologico e alla transizione ecologica, oltre un anno fa gli edili imperiesi avevano commissionato all’Università di Genova uno studio di fattibilità su invasi superficiali per l’approvvigionamento idrico da destinare alle attività produttive. I risultati del rapporto, condivisi con l’Ato Idrico Ovest e presentati al pubblico e alle istituzioni hanno dimostrato la fattibilità di almeno sette bacini da 300 mila metri cubi d’acqua, interventi velocemente cantierabili, senza vincoli ambientali, sui rami secondari di tre dei principali corsi d’acqua del territorio: Nervia, Impero e Argentina.


Lo stato dell'arte

L'estensione dei torrenti Nervia, Argentina e Impero

Il reticolo idrografico dei torrenti Nervia, Argentina e Impero

Non solo ad utilizzo agricolo
La ricerca, in 47 pagine molto dettagliate, ha confermato come oltre agli usi consueti di approvvigionamenti idrici per agricoltura, antincendio e industrie, incluso lo sfruttamento per fini idroelettrici, i mini-invasi avrebbero facilmente anche un potenziale utilizzo a scopi turistici; questi specchi d’acqua, posti in vicinanza di alcuni centri abitati, potrebbero essere destinati anche a fini sportivi ed escursionistici, dando il via ad una nuova e virtuosa economia locale.


Trasformare un problema in opportunità
La siccità non è più soltanto un problema ambientale, infatti, ma un fattore che mina la competitività dei territori e delle imprese. Ed è proprio da questa consapevolezza che Ance e Coldiretti Imperia hanno chiesto a Regione e Provincia di accelerare la realizzazione di piccoli invasi idrici, capaci di generare valore economico, oltre che sicurezza idrica. Questi interventi possono avere un potenziale economico strategico per l’Imperiese, se solo si riuscirà a trasformare un problema in opportunità, secondo un modello di sviluppo che unisce resilienza climatica, crescita produttiva e sostenibilità finanziaria. Il tempo delle parole, però, è finito, servono azioni concrete.